Skip to main content

STORIA DEI MORPURGO

Israel Isserlein, nato alla fine del XIV secolo a Marbourg, in Stiria, potrebbe essere riconosciuto come il capostipite dei Morpurgo. Si trasferì a Vienna nel XV secolo poiché la città stiriana fu un centro assai importante per gli ebrei askenaziti ed aggiunse al suo nome quello di ex Marbourg. Alla fine del Quattrocento l’Imperatore Ferdinando I cacciò tutti gli ebrei con un editto. Gli Isserlein Marbourg abbandonano la capitale asburgica dividendosi in tre rami uno dei quali si insedia in Italia, a Gradisca (provincia di Gorizia), dove il nome Marbourg si trasforma ben presto in Morpurgo. Nel 1624 Mosè figlio di Aron di Gradisca e Jacob figlio di Simon Marpurger di Tapogliano vengono nominati Hofjuden (ebrei di corte), importante privilegio, per aver aiutato l’Imperatore d’Austria Ferdinando II nella guerra contro i Veneziani. Da allora aumentò il prestigio dei Morpurgo che si distinsero per le loro capacità imprenditoriali e commerciali. Gli ultimi membri di uno dei rami dei Morpurgo stabilitisi a Gorizia e poi a Trieste furono Mario, Matilde e la moglie Fanny di Giacomo Morpurgo.

Giacomo Morpurgo

Era l’ultimogenito di dieci figli di Moisè Samuele Morpurgo (Gorizia 1788 – Trieste 1853) e Rachele Morpurgo (Gorizia 1797 – Trieste 1875). Nato a Gorizia il 2 gennaio 1836, fu nominato, quando era ancora un ragazzo, titolare della Banca e Cambiavalute “Morpurgo e Giacomo” di Trieste e nel 1861 della Banca “Fano e Morpurgo” fondata e diretta dal fratello Carlo Marco, le cui capacità negoziatrici e imprenditoriali garantirono ad entrambi diversi successi non solo commerciali ma anche in campo diplomatico (numerosi i titoli nobiliari che quest’ultimo ottenne dal 1861 al 1880, tra i quali nel 1866 l’aggiunta al cognome Morpurgo del titolo de Nilma).
Carlo Marco fondò in Egitto nel 1854 la banca Mondolfo e Morpurgo con il socio Giacomo Mondolfo mentre nel 1869 fondò a Trieste assieme a de Bruker, Salem e Guglielmo Sartorio la banca Austro Orientale. Nel 1871 Carlo Marco fondò la Banca Triestina di Costruzioni. Inizialmente quali semplici titolari di un banco di prestito, i due fratelli si distinsero presto per l’intraprendenza di banchieri ed animarono fiorenti commerci con l’Impero Ottomano e l’Egitto. Giacomo e Carlo Marco non erano uniti esclusivamente da un legame commerciale, ma anche, al di là dei vincoli di sangue, da un ulteriore legame familiare, avendo sposato due sorelle: le figlie di Giacomo Mondolfo ed Elisa Curiel. Carlo Marco sposò, al Cairo, il 6 ottobre 1854 Emma Mondolfo (Cairo 1839 – Trieste 1920) e qualche anno più tardi, il 27 maggio 1866 sempre al Cairo, Giacomo prese in moglie la sorella di Emma, Fanny Mondolfo (Cairo 1848 – Trieste 1940).
Il legame tra le famiglie dei due fratelli fu sempre molto stretto, forse anche per il fatto che dal matrimonio di Carlo Marco ed Emma non nacque alcun figlio, mentre Giacomo e Fanny ebbero tre figli: Mario, Matilde e Marco Antonio. Quest’ultimo morì di meningite, a soli undici anni, il 25 marzo 1881. Il tragico evento segnò profondamente il padre che si tolse la vita esattamente tre anni dopo la morte del figlio il 25 marzo 1884. Nel 1870 le sorelle Emma e Fanny Mondolfo, coniugate con i fratelli Morpurgo acquistarono lo stabile intavolato con il numero 839 sull’angolo tra la contrada San Giovanni (ora via Imbriani 5) e la contrada Nuova (ora via Mazzini 42) e quello adiacente segnato con il numero tavolare 840 (prospettante sulla Contrada Nuova). Demoliti questi antichi edifici, nel 1875 l’architetto Giovanni Berlam progettò un palazzo di eleganti e sobrie forme neorinascimentali. Giacomo e Fanny Morpurgo con i figli Mario e Matilde, nel 1878, andarono ad occupare l’appartamento che si estendeva sull’intero secondo piano, mentre Carlo Marco ed Emma Morpurgo scelsero quello corrispondente al primo piano. Il terzo piano fu suddiviso in due appartamenti da affittarsi, come pure gli ampi locali del piano terra.

Fanny Mondolfo in Morpurgo

Figlia di Giacomo Mondolfo e di Elisa Curiel, sorella minore di Emma, conobbe Giacomo al Cairo nel 1866, che in quella città si trovava per affari a seguito del fratello Carlo Marco, allora già marito di Emma. Sposò Giacomo al Cairo il 27 maggio 1866. Madre severa ed energica fu strettamente legata alla sorella con la quale condivise l’abitazione “Palazzo” di via M. R. Imbriani 5 (Trieste) e dalla quale ricevette in eredità la Villa Varda di Sacile, comunque da sempre utilizzata dalla famiglia.
Allo stesso modo seguì con grande attenzione la vita dei tre figli, l’ultimo dei quali morto prematuramente. Dopo la scomparsa del marito, nel marzo del 1884, fu fondamentalmente lei la colonna portante della famiglia, supportata dal figlio Mario nella cura e gestione degli interessi economici (titoli bancari ed investimenti) e dei beni patrimoniali della famiglia (tenute S. Andrea di Pasiano – Pordenone e di Varda, oltre che della Villa Varda). Generosa verso gli indigenti e gli ammalati svolse sempre opera di beneficenza, sia aiutando economicamente le numerose persone che a lei direttamente si rivolgevano per ottenere un aiuto, sia sostenendo con elargizioni diverse istituzioni di beneficenza. Morì, assistita amorevolmente dai figli, il 12 aprile 1940 a Trieste all’età di novantadue anni.

Mario Morpurgo de Nilma

Primogenito di Fanny e Giacomo nacque a Trieste il 27 ottobre 1867. Molto legato affettivamente alla madre e alla sorella Matilde visse sempre in famiglia senza prendere moglie, per quanto la sua simpatia per le donne fosse manifesta a tutti, parenti ed amici. Dotato di notevoli doti umanistiche si dedicò al collezionismo, ai viaggi e alla vita di società. Fu, infatti, presidente della Comunità dei Collezionisti d’Arte di Trieste, Direttore del Curatorio del Museo di Capodistria, nonché sensibile collezionista e mecenate. Nel 1910 diede alle stampe Impressioni e ricordi, biografia dei suoi viaggi. Erede del patrimonio di famiglia, dopo la morte del padre aiutò la madre nella gestione dei beni familiari, ma fu anche attento benefattore rivolgendo la sua generosità sia ad istituzioni di beneficenza israelitiche che cristiane.
Nel 1929 ottenne l’autorizzazione, dalla Consulta Araldica di Roma, ad aggiungere il cognome de Nilma al proprio, come lo zio Carlo Marco. Nel 1934, all’insaputa della madre, si convertì al cattolicesimo nonostante il suo profondo interesse per il mondo occulto e le pratiche di spiritismo, sicuramente non ben accette dalla Chiesa Cattolica. Morì il 18 dicembre 1943. Mario nel suo testamento, stilato nel 1941, destinò quale erede di tutta la sua sostanza il Comune di Trieste, oltre alle collezioni d’arte, tutto il mobilio e l’arredamento. La rendita della sostanza, che, tra l’azienda agricola di Sant’Andrea di Pasiano, il palazzo Morpurgo, depositi bancari, titoli e obbligazioni, ammontava a 279 milioni, fu destinata a creare un fondo intangibile con il nome Mario Morpurgo de Nilma: la fondazione fu costituita in persona giuridica nel 1947 come Ente Morale con sede in Trieste (via Imbriani 5) e presta tuttora la sua nobile opera.
Scopo della fondazione è quello di soccorrere persone indigenti, con preferenza per quelle decadute, nate e residenti a Trieste. Oggi una parte del Palazzo Morpurgo è adibito a museo d’ambiente, testimonianza inalterata di come era l’abitazione di una famiglia abbiente triestina alla fine dell’Ottocento.

Matilde Morpurgo

Secondogenita di Giacomo e Fanny, nacque a Trieste il 24 maggio 1869. Visse quasi sempre in famiglia, seguendo il fratello nei suoi numerosi viaggi, fino a quando convertitasi al cattolicesimo si sposò, il 30 aprile 1905, con Fabio Colonna dei Principi di Stigliano. La sua vita da allora fu un continuo viaggio tra Napoli, la residenza del marito a Roma, Trieste e Varda. Rimase sempre molto unita alla madre e al fratello con i quali tenne una fitta corrispondenza nei periodi in cui non si trovava a Trieste o a Varda in loro compagnia. Decisamente cagionevole di salute, pur felice nel matrimonio, ebbe sempre nostalgia della famiglia d’origine, ampiamente preferita alla vita sociale imposta dal nuovo ruolo nobiliare assunto con il matrimonio. Generosa con i poveri, come la madre ed il fratello, nominò con lascito testamentario eredi dei suoi beni il Vescovo di Trieste per il Seminario Vescovile, il Sindaco di Trieste e la Direzione degli Ospedali Riuniti della sua città natale.
Morì il 22 luglio 1961 senza lasciare figli. Nel 1969 venne eretta a ente morale la Fondazione di assistenza sociale Matilde Colonna dei principi di Stigliano. .Il 30 novembre 2009 con delibera n. 788 l’Azienda Sanitaria Triestina n.1 sopprime la Fondazione di Matilde e destina il patrimonio alla comunità di San Martino al Campo il cui statuto, all’articolo 7, così recita: “La Comunità amministra il patrimonio della soppressa I.P.A.B. Fondazione di Assistenza Sociale Matilde Colonna dei Principi di Stigliano costituito in Fondo intangibile”